Il vino e l'olio di Paupisi

 

 

 

Aglianico

Sull'origine del nome di questo vitigno, la maggior parte degli studiosi è concorde sul fatto che derivi dalla progressiva volgarizzazione di "Hellenikos", cioè "greco", in "Hellenico", "Hallanico" ed infine, appunto, "Aglianico". E a testimoniarlo, la prova storica che già i Greci del Sud Italia, la cosiddetta Magna Grecia, lo conoscevano e apprezzavano. Come vitigno è coltivato soprattutto in Campania e Basilicata, ma anche in Puglia e Molise ad altezze di 300-500 m.s.l.m. e in terreni preferibilmente esposti. La foglia è di media grandezza, con la pagina superiore glabra e di colore verde scuro, mentre l'acino, di forma sferoide, è di un colore blu intenso e ricco di pruina. La maturazione è abbastanza tardiva (dal 15 ottobre al 10 novembre) e se ne trae  un  vino corposo, di quelli che "tingono il bicchiere", di colore rosso rubino tendente al granata, da accompagnare con carni rosse e bianche e da servire a temperatura tra 16° e 18°. La gradazione alcolica minima si aggira attorno al 11,50%. E qui è bene che mi fermi: essendo ignorante nella materia enologica e al contempo dotato di buon senso, non vorrei incorrere nel teatro spesso imbastito da qualche sommelier di gran classe, tipo l'omino del TG5 che nel  vino sente "note floreali (iris,gladiolo, viola), in evidenza a fondersi perfettamente con note speziate di pepe nero e ginepro, ricordi di alloro e rosmarino e una trionfante succosa ciliegia a caratterizzare il tutto". In pratica, a sentire questi profeti del bicchiere, è inutile mangiare, basta che vi beviate un buon bicchiere di vino e avrete primo, secondo, contorno, dessert e frutta. Scherzi a parte, focalizziamo un attimo l'attenzione sulla coltivazione dell'Aglianico a Paupisi: c'è stato un momento storico, qualche decennio fa, in cui sembrava un autentico oro nero, gli agricoltori paupisani lo coltivavano, i vinificatori ne producevano a quantità e venivano venduti a un ottimo prezzo sia l'uva che il vino. Ma quei tempi sembrano ormai un miraggio sbiadito, e non c'è anno che il prezzo non scenda in maniera vertiginosa, tanto più che una bottiglia  di questo vino, nei ristoranti ve la fanno pagare a peso d'oro. Il fulcro della questione è sempre lo stesso, la totale mancanza di spirito di coalizione in paese e i molti produttori che , invece di pensare a consociarsi, hanno sempre intrapreso cammini divergenti, applicando alla lettera il vecchio motto "si sta' bona a panza mia, sta bbona a panza e tutte quant'", lasciando la strada spianata a vari compratori che , speculando sul prezzo, alla fine l'avevano sempre vinta.  Esulano, naturalmente, da questo discorso le poche cantine funzionanti di Paupisi e dintorni, le quali hanno capito bene che con il "know how" , i mezzi e l'organizzazione si può riuscire a coprire bene il mercato con eccellenti prodotti di qualità (mi viene da pensare alla Cantina Torre del Pagus e alla Cantina Serra degli Ilici, tanto per citarne alcune). Oltretutto mi sono sempre chiesto come mai il prezzo dell'uva lo debbano sempre decidere i compratori: se vado in un centro commerciale a comprare un televisore, il prezzo quello è e quello rimane, di certo non posso contrattarlo, prendere o lasciare.  In ambito vitivinicolo i compratori che solcano le nostre terre, prendono a 10 e rivendono a 100. Magari sbaglierò, ma a me pare che le fortune (passate) della Cantina Sociale di Solopaca, le abbiano fatte in grossa parte proprio i paupisani con le lore uve. E allora,una Cantina Sociale di Paupisi proprio no?

 

 

 

 

Falanghina

E' un antico vitigno, pare già apprezzato dai Romani che lo chiamavano pure "Falernina". Trova nel Sannio e nei Campi Flegrei, il suo habitat ideale, poichè  predilige terreni caldi e asciutti, ma si adatta a qualsiasi terreno. La foglia è di grandezza media o piccola, trilobata, con pagina superiore glabra a venature verdi e striature rosse. L'acino è sferoide e la buccia di colore grigio-giallastra, pruinosa. Dal vitigno si produce un vino di colore giallo paglierino dai riflessi dorati, dal profumo gradevole che va servito alla temperatura di 10°, in abbinamento con antipasti di mare e primi piatti a base di pesce. La gradazione alcolica si aggira sui 12 - 12,5%. Un consiglio spassionato a chi non ha mai avuto la fortuna di provare questo vino: andateci piano, scende come fosse acqua di fonte, ma sale alla testa altrettanto velocemente!

 

 

 

 

Olio di oliva

Altra croce e delizia di Paupisi è sicuramente il grande olio extravergine di oliva che da queste parti si produce con grande passione. Delizia perchè è un olio di grande valore qualitativo; croce, perchè valgono per l'olio le stesse cose dette in precedenza per l'aglianico. A riprova del fatto che a Paupisi tale coltivazione vada per la maggiore, sono i numerosi frantoi che operano nella zona.