Paupisi

 

 

Paupisi. Un piccolo paese di circa 1700 abitanti che a un visitatore distratto non direbbe niente, se non mille cose già viste e riviste in altri anonimi luoghi. Mai vi fu impressione più errata di questa, sensazione più imprecisa. Certo, non si può negare che le vestigia del passato siano particolarmente abbondanti da poter competere con centri storici conservati perfettamente di altri paesi. Nè che la smania di abbattere e ricostruire senza ristrutturare abbia fatto più danni che bene. Ma quello che resta, le poche testimonianze di un passato più o meno lontano, rivela i suoi segreti con la stessa affascinante eloquenza di colui che con poche parole racconta tutto, senza perdersi in fronzoli narrativi o excursus romanzati di poco interesse.  E così, accostandosi lievemente al lato della montagna di S. Menna che lo sovrasta,  il piccolo paese si fa latore di tante storie, tanti messaggi che ricordano il passato, le gesta dei suoi briganti che qui, come in altre zone, furono protagonisti della lotta all'invasore piemontese e della guerriglia alle forze della monarchia sabauda. Il nostro intento, lo scopo di questo sito, lungi dall'essere un'apologia romanzata, è , essenzialmente vincolato al tentativo di capire il senso delle loro azioni, di inquadrarli nel complesso periodo storico di cui fecero parte. Perchè, se è vero che essi si macchiarono di indicibili azioni criminali, è pur vero che l'esercito sabaudo non fu esattamente un convitto di educande, come spesso la storiografia ufficiale ci ha suggerito. La storia, però, la scrive sempre il vincitore, mai il vinto.

 

Il progressivo svuotamento

 

 

Basta guardare l'istogramma sopra (fonte Istat), per farsi prendere dalla malinconia  e dalla tristezza. La Paupisi odierna è solo uno sfocato dagherrotipo di quello che era in passato, causa i numerosi paupisani emigrati altrove in Italia o addirittura all'estero. Il motivo? Sempre lo stesso, sia che si abbia in tasca un diploma di licenzia media inferiore, sia che si possegga un diploma di media superiore, sia che si possa far sfoggio di una laurea, il lavoro non c'è

 

 

 

Paupisi e S.Pietro - storia di un antagonismo

 

 

Se è vero che tutto il mondo è paese, allora a maggior ragione sarà vero che un paese piccolo può essere lo specchio del mondo intero, di popoli uniti, divisi, amici, belligeranti, solidali e indifferenti. E la nostra Paupisi non può esimersi da questo andamento ondulatorio di emozioni e stati d'animo contrapposti e talvolta deflagranti. E' vero, si assiste da tempo oramai immemorabile a una sorta di "singolar tenzone" tra gli abitanti del paese e quelli della frazione, un contrasto ideologico la cui origine, probabilmente si perde nella notte dei tempi, da quando esiste il paese , menzionato per la prima volta in una bolla papale del XIII secolo. E spiegare le ragioni di tale situazione è come pretendere di trovare la quadratura del cerchio o il moto perpetuo. Bisogna sottolineare, nonostante tutto, che questo dualismo non è che comporti rancori, invidie, odio. Questo no, ci mancherebbe altro. Piuttosto è l'eterno scontro tra due parti che vogliono dimostrare all'insieme  di essere l'una meglio dell'altra, col tentativo incessante di superarsi in tutti gli aspetti della vita, del lavoro, dell'etica, dello sport, e via discorrendo. Io abito a Paupisi, Paupisi "centro" per così dire, sono forse migliore di un mio concittadino che abita la frazione? Oppure un mio concittadino è più intelligente di me per il solo fatto che abita nella frazione? Naturalmente sono discorsi di una banalità sconcertante questi, oltre ogni ragionevole dubbio. Come in tutti gli opposti, la verità è che noi di Paupisi "centro", ci completiamo vicendevolmente con gli abitanti di San Pietro, nella misura in cui essi mostrano maggiormente il loro vigore partecipativo e solidale, la compattezza che li rende maggiormente omogenei dal punto di vista operativo, mentre noi abbiamo un pensiero più o meno individualista ma maggiormente ancorato alla tradizione storica. E non potrebbe essere diversamente, dato che San Pietro, a parte qualche agglomerato di edifici più o meno antichi e masserie dislocate qua e là sul territorio, è la porzione giovane per antonomasia di Paupisi, con le sue decine di attività e la sua straordinaria abnegazione. Quello che vorremmo è che i nostri cittadini non soffrissero di questo eccesso di campanilismo che rischia, nel tempo , di portare a fratture e incomprensioni,  ma piuttosto essi si sentissero "ubiqui" dal punto di vista delle idee e dell'identità cittadina.

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Un paese dove sentirsi cittadino in terra altrui

Piazzetta cittadina

Situato alle falde della catena del Taburno Camposauro,  Paupisi è un piccolo paese che, con i suoi 1.538 abitanti, riesce a conservare una storia ricca di tradizioni e cultura.

Qui il tempo sembra essersi fermato: le case, le stradine, le tradizioni e il cibo hanno ancora un sapore genuino.

Attraversare i vicoli del paese è un’esperienza unica per chi qui c’è stato da bambino e ora ci torna da adulto. La vecchietta seduta davanti alla casa a lavorare a maglia, il cannone nella piazza per non dimenticare una triste guerra, il negozietto di paese dove è possibile “trovare tutto e niente” e la folle corsa delle donne al rintocco delle campane verso una chiesa totalmente restaurata, lasciano trasparire un’immobilità a tratti metafisica.

A Paupisi continua ad aver vita un eterno scontro tra il “troppo passato” e il “troppo moderno” quasi come se, nella paura di perdere i ricordi o di non essere al passo con i tempi, si rifiutasse il presente; un presente che continua a lavorare, però, per mantenere vive quelle tradizioni che altrove sono andate perse.

Considerato il paese dell’olio, del vino e del mangiare sano, ha qui luogo ogni anno la “Sagra del Cecatiello”, un piatto di pasta semplice, dove dall’incontro tra acqua e farina nasce un’opera d’arte, un connubio di sensazioni, ricordi, emozioni.

A Paupisi, però, la tradizione non è fatta solo di cibo. I ricordi di bambino e delle cose fatte in semplicità non si fermano all’impasto dei cecatielli dove il vedere, in una sagra, mani esperte impastare la farina richiama alla memoria le spensierate domeniche passate in campagna dalla nonna; o assaporare l’olio sul pane fatto a legna ci riporta ricordi di un dolce tempo ormai passato, quando la merenda era motivo di gioia e il pranzo era un banchetto, anche se la tavola era quasi spoglia. In questo paese la storia e la tradizione trovano forma ogni anno nella rievocazione del ritrovamento dell’effige della Madonna di Pagani.

Chiesa di Paupisi

In una delle frazioni del paese, nella periferia dello stesso, ogni anno si svolge una solenne festività religiosa, che va di pari passo con la festa civile. In questa zona, infatti, si continua a dar forma ad una antica leggenda: il ritrovamento del quadro della Madonna a seguito della sua apparizione in sogno a dei fedeli.

Qui, questo racconto, che accomuna gran parte dei ritrovamenti delle icone mariane, continua a vivere come narrazione di una storia vera, di un evento che si poneva in passato come uno dei rari episodi felici di una popolazione tribolata da miseria e sottomissione. Un sogno, un ritrovamento, la nascita di una Chiesa e quindi lo svilupparsi di una tradizione. Un’immagine, un ricordo, una storia passata che continua a vivere grazie a quei paupisani che vogliono continuare a dare voce alla Grande Madre.
Prendere parte ai festeggiamenti, ascoltare i canti intonati dai paupisani, ma anche accarezzare semplicemente la nuda pietra della Chiesa ad essa dedicata; tutto ciò permette al visitatore di vivere il passato e respirare un’aria mistica nella più totale semplicità. Niente di “urlato”, nulla di rumorosamente mostrato sulle scene di una vita sempre troppo sotto i riflettori, nulla di rielaborato o di ricostruito, qui tutto sembra essere fatto solo ed esclusivamente nello spirito del fedele che vuole rinnovare il passato e tramandare una tradizione da una generazione all’altra.

Una festa che coinvolge tutto il paese e che sembra attraversare l’intero anno: si inizia il 20 Gennaio con la festa religiosa e si termina l’ultima domenica di luglio con la festa civile. Un paese dunque segnato da forti scontri: antico-moderno, tradizione-innovazione, fede-politica. Scontri che si concludono nel vivere bene insieme, nel continuo e incessante amalgamarsi dell’opposto, del diverso.

Il turista che qui giunge riesce a sentirsi straniero e parte della comunità al tempo stesso; perché anche se qui non troverà la sua vita, le sue abitudini, facce sulle quali riconoscere il segno dell’ultimo congedo, non percepirà il senso di spaesamento in quanto qui, troverà i ricordi della nonna, le storie di paese della mamma e le tradizioni che si leggono sulle guide. In questo paese sarà possibile per il turista ritrovare il proprio passato e, nella più totale vanificazione del presente, sentirsi cittadino in terra altrui.

Mattinata estiva a Paupisi
Mattinata estiva a Paupisi